Dipingere emozioni

Tra le proposte sperimentate nel progetto Silence Hate, abbiamo invitato gli studenti a ragionare sul tema delle migrazioni attraverso un laboratorio di pittura partecipata.

Dopo essere stati divisi in quattro gruppi, ogni gruppo ha scelto una foto da una raccolta che è stata vista e commentata insieme. Queste foto, di vari autori, sono state tutte premiate: erano presenti foto di Reuters e New York Times premiate dal Pulitzer e foto di vari autori che hanno partecipato al Premio Luchetta 2016. Ritraggono momenti che raccontano la vita quotidiana dei migranti, dai momenti di gioia a quelli più drammatici. Inizialmente però queste informazioni non sono state fornite agli studenti.

Dopo aver selezionato le fotografie, agli studenti sono stati mostrati i lavori di Gianluigi Toccafondo – artista italiano che gioca con i linguaggi della fotografia e della pittura – per ispirarsi alla sua tecnica e poetica. Le foto sono state proiettate su carta da pacco e gli studenti, con una selezione di colori minima, hanno reinterpretato l’immagine dipingendoci sopra con le tempere. Il grande formato ha permesso di entrare in forte contatto, quasi fisico, con l’immagine scelta e la condivisione del lavoro ha consentito un confronto attivo con i compagni di lavoro.

Terminata la fase esecutiva, i quattro dipinti sono stati osservati attentamente, condividendo osservazioni, commenti e letture. Agli studenti è stato chiesto di immaginare quali fossero la storia, la situazione e i protagonisti di quella foto; solo alla fine sono state condivise le informazioni e ci si è raccontati cosa si è vissuto durante l’azione pittorica, così vicini al volto di persone con storie faticose e difficili.

Guarda la documentazione dell’esperienza:

Una bambina gioca a pallavolo nella scuola elementare internazionale di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. Fotografia di Linda Dorigo (febbraio 2016) e interpretazione dei ragazzi.

Amoun, 70 anni, rifugiata palestinese cieca, che viveva ad Aleppo, in Siria, si riposa su una spiaggia dell’isola greca di Kos. Era appena “sbarcata” insieme ad altri 40 profughi a bordo di un gommone. Fotografia di Yannis Behrakis (Reuters – 12 agosto 2015) e interpretazione dei ragazzi.

Due bambini giocano con le bolle di sapone sulla strada di un campo profughi a Idomeni, Grecia. Fotografia di Iker Pastor (marzo 2016) e interpretazione dei ragazzi.

Un bambino Rohingya è arrivato recentemente in Indonesia in barca con la sua palla. Fotografia di Beawiharta Beawiharta (maggio 2015) e interpretazione dei ragazzi.

Tutte le foto proposte a ragazzi da cui è iniziata la sperimentazione:

Attività ideata e sperimentata dal Centro Zaffiria.